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LEI NON HA NULLA, E’ SOLO SOMATIZZAZIONE!


Il bravo Medico sa porre in relazione la mente con il corpo e viceversa perché non esiste particella del corpo che non sia pensante e non esiste un pensiero che, per dirla in modo grossolano e semplice, non trasmetta elettricità e/o chimica sul proprio corpo.

Nonostante questo...ancora oggi risulta assai frequente ascoltare diverse persone/pazienti che raccontino di episodi secondo cui alcuni professionisti, "specialisti del corpo", abbiano tentato di sminuire la gravità dei loro sintomi somatici con la consueta affermazione “E’ un sintomo psicosomatico” ...come dire... “ Lei non ha nulla.”

La salute corporea e il benessere fisico influiscono sulle emozioni e viceversa.

È ormai un fatto condiviso da tutta la comunità scientifica che per stare male, i fattori coinvolti sono sempre più di uno e che mentale e fisico non sono concetti contrapposti.

Nonostante ciò ancora sembra che si faccia molta fatica a pronunciare la parola psiche, si tenda, cioè, quasi a balbettare quando si faccia riferimento a quella amena disciplina detta Psicologia.

Al di là dei molti articoli, post che girano sui social media, appare, ai miei occhi, ancora molto difficile osservare che sia accettato veramente l'assunto che il mondo emotivo ed affettivo siano, anzi SONO, strettamente correlati al soma e che il disturbo, pertanto, non possa essere adeguatamente compreso senza considerarne il funzionamento mentale del "proprietario" che serve, appunto, ad organizzare la relazione tra soma e psiche.

Il disturbo psicosomatico non è quel disturbo che insorge quando non si capisce la causa del malessere.

È sicuramente impossibile parlare di malattia se non si guarda all'unità somato –psichica e ogni espressione sintomatica ha pari dignità nonché rivelazione emotiva ed organica.

Volendo dare al lettore qualche spunto di riflessione il pensiero corre alle emozioni ed è indubbio che proprio le emozioni, sul banco degli imputati, si dividono in primarie e secondarie o complesse.

Le emozioni primarie, è noto, sono la paura, la rabbia, la tristezza, l’accettazione, il disgusto, l’attesa e la sorpresa, quelle secondarie sono ad esempio la delusione e il disprezzo, poi ci sono le emozioni legate agli altri quali l’ amore, odio, gelosia pietà, invidia, quelle legate alla valutazione di sé come la vergogna, l’orgoglio, il senso di colpa, la soddisfazione ed infine le emozioni legate agli stimoli sensoriali come il dolore, il piacere, il disgusto, l’orrore.

Un ulteriore passaggio , in questa breve digressione, riguarda poi la presenza dei famosi stimoli esterni.

Gli stimoli esterni (cioè quasi tutti praticamente), prima di arrivare alla corteccia dove verranno elaborati cognitivamente, in modo consapevole, passano per il sistema limbico e il talamo, o cervello emozionale e quindi si può facilmente dire che prima ancora di pensare si riceve sempre un’ emozione, si percepisce e si vive, incredibile!

Ogni stimolo ambientale, allora, suscita delle reazioni emozionali ed è stato ampiamente dimostrato che il non rendersi conto di provare emozioni porta le persone ad assumere comportamenti nocivi per la salute.

Le emozioni non riconosciute e non espresse finiscono, infatti, per produrre effetti disfunzionali e patologie sul corpo, per cui, sembrerebbe ovvio riflettere sul fatto che il medico debba lavorare anche sull'intelligenza emotiva dei propri pazienti se vuol parlare il linguaggio della cura.

I sintomi detti psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico .

In modo generico è possibile elencare le malattie e i disturbi psicosomatici, storicamente interpretate come psicosomatiche quali l'ipertensione arteriosa, l'asma bronchiale, la colite ulcerosa, l'ulcera gastro-duodenale e l'eczema ma ormai l’elenco si sta sempre più allungando e comprende i disturbi dell'alimentazione, le malattie a carico del sistema gastrointestinale (vomito, colon irritabile, diarrea, ecc), a carico del sistema respiratorio, a carico del sistema cardiovascolare (ipertensione primaria) e del sistema cutaneo (esempio la dermatite atopica).

Mi sbaglio o sono malattie organiche? Perché, mi chiedo, alcuni professionisti dirigono ancora troppo poco la propria attenzione sulle ragioni che hanno determinato la malattia nel proprio paziente?

Sarebbe molto interessante ascoltare il medico che affermi serenamente:

“Mi spiace, la questione è seria. Lei ha le emozioni da rimettere a posto. Le suggerisco di capire prima questo e poi di ritornare se il sintomo persiste.

Lei è un essere molto intelligente emotivamente che ha solo bisogno di riconoscersi tale”.

In attesa di vedere una persona "viva" che abbia la testa-mente staccata dal corpo, si continua così a far finta che tutto sia corretto e di fronte al prossimo paziente che mi dirà “ Il mio medico mi ha detto che ho solo un poco di gastrite” mi sento di poter dire, che risponderò altrettanto pacatamente “Io invece no. Ho la rabbia che mi sta divorando”.


Buona Psiche a tutti !! :)

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