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PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA


Quando avevo 16 anni, un giorno, vidi per caso una ricetrasmittente, era la banda cittadina o baracchino, rimasi affascinato da questo strumento, si potevano sentire le persone da molto lontano.

Dopo poco tempo venni a conoscenza che esistevano dei gruppi di radio amatori che aiutavano le persone in difficoltà tramite segnalazioni: iniziai a fare volontariato, era l’inizio della mia lunga carriera di volontario.

Successivamente arrivai a Roma da studente di Psicologia e mi occupai, nel tempo libero, di assistenza alla Caritas Diocesana, poi feci l’esperienza dei City Angels (volontari di strada e di emergenza) e da qualche anno mi occupo di Psicologia dell’emergenza.

Dove nasce la Psicologia delle Emergenze? Questa disciplina vede la sua origine con i contributi della psicologia militare e della psichiatria d’emergenza per svilupparsi come insieme di tecniche e modelli d’intervento in eventi psicosociali tipici dell’emergenza (terremoti, catastrofi, incidenti ecc.)

Gli ambiti applicativi sono molteplici, tra i quali la formazione del personale di soccorso (fase precritica) con tecniche d’intervento sull’emergenza post-critica, ma l’ambito più ricco è il sostegno che può essere diviso in tre scaglioni:

  • Primario, sui soggetti direttamente coinvolti dall'evento critico;

  • Secondario, sui parenti e/o testimoni diretti dell'evento;

  • Terziario, sui soccorritori intervenuti sulla scena, esposti molto spesso a situazioni drammatiche.

Gli psicologi dell'emergenza, esposti molte volte a processi traumatici emotivi, devono attuare sempre delle tecniche di auto sostegno che portano a sciogliere eventuali rischi “post traumatici”.

Questa figura inoltre deve essere formata sia su competenze di primo soccorso, di conoscenza di tutto il tessuto organizzativo del soccorso, che su quelle specialistiche.

Sul versante delle competenze per così dire “sociali” deve essere formato anche sulla percezione del rischio e sulla comunicazione (del rischio), quest’ultima molto importante perché permette un ottimale processo di soccorso.

figura dello psicologo dell‘emergenzaIn questo ultimo periodo, stiamo assistendo al verificarsi di una pandemia mondiale mai affrontata dal genere umano nell'ultimo secolo e la deve contribuire alla pianificazione e gestione dei servizi assistenziali offerti alla popolazione, come la gestione dei conflitti all'interno della comunità, l’attività di supporto psicologico, al fine di far percepire il “senso del futuro” e di promuovere la ripresa delle normali attività.

Nel 2003 furono istituite delle regole e diffuse con il cosiddetto “manifesto di Cacassonne”, dedicato agli psicologi dei popoli, che stabiliva che:

  • La sofferenza non è una malattia;

  • Il lutto deve fare il suo percorso;

  • È necessario riattivare l'iniziativa della comunità colpita;

  • Occorre valorizzare le risorse delle persone di ogni età;

  • Il soccorritore deve prendersi cura di sé stesso;

  • L'intervento psicologico dev'essere indiretto e integrato;

  • L'intervento psicologico diretto è svolto da professionisti.

Queste regole portano a definire che lo psicologo dell’emergenza non deve essere solo uno psicologo clinico ma uno psicologo versatile, in grado d’intervenire in tutti gli ambiti dell’emergenza.

Nei servizi di Psicologia dell’emergenza si lavora soprattutto sulla prevenzione di patologie quali il disturbo post traumatico da stress, l’insorgenza di sintomatologia ansiosa, depressione, insonnia, angoscia ed è rivolto a soggetti che si trovano da poche ore nell'esperienza traumatica sino ad alcune settimane in seguito all'evento.

L’intervento dello Psicologo delle emergenze è considerato cruciale in eventi accidentali e si articola in tre fasi:

  1. Si procede con la valutazione osservando tutto il contesto per disegnare interventi appropriati, si tengono in considerazione parametri come la grandezza dell’evento, le reazioni all’evento, il numero di persone coinvolte, i bisogni delle persone, le caratteristiche specifiche dell’evento.

  2. Si effettua un intervento di “debriefing psicologico” dello stress da evento critico che consiste in una discussione di gruppo strutturata, condotta con gruppi omogenei con l’obiettivo di mitigare i sintomi acuti, laddove sia possibile una conclusione “psicologica” dell’evento critico attraverso il racconto delle varie esperienze soggettive. I soggetti che presentano sintomi significativi possono avvalersi di sessioni individuali in cui si affrontano problematiche specifiche.

  3. Infine, sono previsti anche interventi d’informazione e formazione, finalizzati all'acquisizione di strategie di coping e acquisizione di strumenti concreti per la gestione delle emozioni come le tecniche di gestione dell’ansia, dell’igiene del sonno, le tecniche di rilassamento ecc.

In definitiva, lo psicologo delle Emergenze è un professionista spinto da una grande energia e motivazione, che promuove la salute mentale delle vittime e degli operatori dell’emergenza, rafforzando le competenze sia psico sociali che emotive, sia nella fase di prevenzione che in quella post evento.



Dott. Luca Iovane

Psicologo, Psicologo del Lavoro, Life coach e Counselor, Ipnoterapeuta

Psicologo Domiciliare, Specialista in Psiconcologia.



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